32 VOLTE NO

cronaca di un disastro annunciato

a cura di "Premosello Domani"

Quando avvengono certi fatti abbiamo l'impressione di non vivere in un normale paesino della bassa Ossola e la certezza di vivere in un comune che non sempre è amministrato seguendo la logica del buon senso.

Non vogliamo entrare nel merito della ragionevolezza o meno di chi ha sporto denuncia, nessuno dovrebbe farlo, per il semplice fatto che nessun'altra famiglia si trova a vivere nella medesima situazione: con un parco giochi pubblico in giardino. E' troppo facile giudicare qualcuno, nel bene e nel male, senza aver camminato nelle sue scarpe. Quello che può essere invece oggettivamente giudicabile è l'operato dell'Amministrazione pubblica, il cui unico scopo dovrebbe essere garantire il benessere dei suoi cittadini.

Quante volte, nella controversia sul parco giochi, il Comune ha avuto la possibilità di risolvere la situazione raggiungendo il miglior accordo possibile per entrambe le parti in causa? I bambini premosellesi e la famiglia confinante con il parco giochi, queste dovevano essere le parti a confronto e non l'ego personale, le simpatie e antipatie dell'Amministrazione VS i coniugi Scruzzi.

La prima possibilità di risoluzione si perde nel momento in cui, deliberatamente, si sceglie di trasformare la richiesta di tutela di un cittadino nei confronti dell'Amministrazione comunale (contro gli schiamazzi notturni che subisce a causa del parco giochi) in uno scontro personale. Rifiutando la possibilità di un colloquio costruttivo, l'Ente Pubblico agisce come un individuo; in base a simpatie/antipatie politiche e personali decide di negare ascolto alla problematica di un privato cittadino, costretto dunque a citare il Comune in giudizio.

I Sig.ri Scruzzi chiedevano inizialmente: lo spostamento di alcune giostre confinanti con le finestre della loro abitazione (spostamento, non rimozione); la rimozione della sola teleferica; un'idonea recinzione che permettesse di osservare l'orario di chiusura (che all'epoca, secondo l'ordinanza del Comune, era fissata alle ore 17.30). 

Invece di fare una contro-proposta più conveniente alle sue ragioni (ovvero alle ragioni dei più piccoli) il Comune non prende in considerazione in alcun modo la richiesta inoltrata, negando che la famiglia confinante possa avere dei problemi dovuti al parco stesso; per rasserenare gli animi (si fa per dire) modifica il regolamento del parco prolungando l'orario di apertura fino alle 22.00 (occasione persa n° 2).

Con la seconda diffida dei Sig.ri Scruzzi abbiamo l'occasione persa n° 3, il Comune porta avanti la sua politica di negazione: non esiste un problema di disturbo della quiete e non vi sarà confronto sull'argomento.

Arriviamo alla quarta occasione nel gennaio 2014, quando il Comune, secondo quanto prevede la legge, è invitato al tentativo obbligatorio di mediazione, decidendo però di non presentarsi.

La quinta occasione viene persa durante l'udienza del novembre 2015, nella quale il Comune di Premosello Chiovenda rifiuta la proposta di transazione formulata dal giudice. Tale proposta prevedeva: la recinzione del parco con la posa di un cancello dotato di serratura per consentire il rispetto degli orari di apertura e chiusura; nulla in favore degli attori a titolo risarcitorio e il pagamento della sola metà di spese di lite. Delle richieste avanzate dai Sig.ri Scruzzi una sola viene recepita dal giudice ed è quella relativa alla recinzione (senza indicazioni sull'altezza della stessa) e benché a loro sfavorevole i coniugi accettano la mediazione. Il Comune, invece, ancora rifiuta, negando che esistano rumori molesti e non prestandosi ad ulteriori mediazioni.

A novembre 2016 viene depositata la relazione di un ingegnere acustico specializzato, che conferma non solo l'esistenza dei rumori molesti nelle ore notturne (come sollevato inizialmente dagli attori) ma un superamento dei limiti accettabili anche nelle ore diurne, negando di fatto quanto ha sempre asserito l'Amministrazione comunale.

Un mese dopo, la sera prima della sentenza di primo grado, il Comune decide che è ora di tentare una mediazione e fa ai coniugi Scruzzi una proposta in extremis.

Occasione persa n° 32: 27 occasioni perse tanti quanti sono i giorni trascorsi tra la presentazione di un documento che chiarisce in maniera giuridicamente inoppugnabili le ragioni della fam. Scruzzi. 

Cos'era impegnata a fare l'Amministrazione comunale in quei 27 giorni per arrivare a fare una proposta nelle ultime 24 ore?

I coniugi rifiutano la proposta e vincono la sentenza di primo grado.

Cosa dichiara la sentenza? Sancisce la totale chiusura del parco con conseguente rimozione e spostamento; molto peggio di quanto i coniugi Scruzzi abbiano mai richiesto e infinitamente peggio di tutte le proposte di mediazione fatte dal giudice.

Perché un'Amministrazione Pubblica, avendo prove certe di non stare garantendo la quiete e la tranquillità pubblica ad alcuni cittadini (a causa dell'uso improprio del parco nelle ore notturne, come confermato anche dal Maresciallo dei Carabinieri e dalle denunce pendenti), decide catastroficamente di perdere una causa nella maniera più tragica possibile per la restante cittadinanza?

Perché un funzionario pubblico sceglie di non piegarsi alla logica e all'evidenza, omettendo le funzioni che pubblicamente gli sono affidate? Per ego? Per l'incapacità di accettare che la realtà dei fatti non può sempre piegarsi alle sue volontà?

Noi non possiamo saperlo, ma l'assoluta illogicità di azione garantisce che le motivazioni, e quindi le responsabilità, sono imputabili a logiche personali non riconducibile al bene della cittadinanza.

Il risultato oggi ci dice che i bambini di Premosello sono sprovvisti di un'adeguata area giochi da ben 2 mesi e che i cittadini tutti dovranno pagare oltre 70.000 euro di costi in più (34.400 circa per la sconfitta giudiziaria a cui aggiungere gli oltre 37.000 euro preventivati dall'Amministrazione per lo sgombrero del parco), sempre che non si perda anche la causa in corte d'appello.

In un mondo ideale le scelte di natura personale dovrebbero essere personalmente pagate; a Premosello, purtroppo per noi, tocca sempre a Pantalone. 

I nostri bambini non hanno dove giocare e ancora non si sa quando il loro diritto al gioco verrà ripristinato:

un grazie all'Amministrazione tutta per l'ottimo operato.


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